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24
Apr

Campisi: “La sanità non è pubblica o privata serve collaborazione per migliorare i servizi”

Inviato il in Attualità
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“Si discute molto del rapporto tra sanità pubblica e sanità privata e si teme che il Servizio Sanitario Nazionale, venga piano piano smantellato. Si tratta di una discussione viziata da preconcetti ideologici”. Lo sostiene Rosario Campisi, Presidente Settore Sanità di Confindustria, che mette in luce l'attuale scenario dell'offerta sanitaria mettendo a confronto pubblico e privato.
La natura pubblica del SSN non cambierà se anche le aziende private forniranno servizi, ha affermato Campisi.
“Non cambia perché le prestazioni e i loro rimborsi li stabilisce lo Stato e non l’erogatore privato. Condizione essenziale per poter effettuare le prestazioni richieste da SSN, è l’accreditamento da parte delle strutture sanitarie, ovvero il possesso di determinati requisiti strutturali, tecnologici, professionali e organizzativi che garantiscono la produzione di prestazioni appropriate e di qualità”.
E il presidente deve precisare che se le strutture accreditate fossero pubbliche sarebbero autoreferenziali. “È giusto invece che esse siano messe in competizione tra loro e con strutture private accreditate: così facendo, si instaura una competizione sana, verso i livelli di qualità sempre maggiori”.
Come avviene la concorrenza della qualità? “Con la libera scelta del cittadino che può, senza vincoli, servirsi di un ospedale, di altri centri pubblici della propria provincia o Regione, di un centro privato accreditato. Occorre anche che le strutture pubbliche e le strutture private collaborino attivamente tra di loro. Non c’è alcuna differenza tra struttura pubblica o privata - spiega il presidente della sezione Sanità di Confindustria - se esse rispettano determinati criteri di organizzazione infrastrutturale, del personale e dei criteri di qualità.
Per questo motivo, è necessario anzitutto che venga fatta una vera ricognizione di tutti i soggetti accreditati presenti in Sicilia, sia pubblici e privati, e della loro effettiva capacità produttiva, della strumentazione disponibile e del grado di automazione della stessa, del numero di unità di personale e delle specializzazioni in possesso e della dislocazione nel territorio”.
Si legge inoltre che “considerato il cronico sotto finanziamento della sanità pubblica, bisogna convenire che il criterio più equo della ripartizione delle risorse alle strutture private accreditate, debba tener conto proprio di quelle più performanti nell’ottica del possesso dei criteri citati e del fatturato prodotto alla luce dell’indice di gradevolezza degli utenti”.
Secondo Campisi, l’attuazione di un piano razionale volto a collegare attivamente la sanità pubblica e privata di qualità ed evitare la duplicazione di strutture pubbliche e private nella Regione consentirà una tangibile riduzione dei tempi di attesa per tutte le prestazioni specialistiche e permetterà l’erogazione di tali prestazioni attraverso accordi fuori regione per ridurre i trasferimenti passivi.
“Tale fenomeno costituisce un enorme spreco economico, dato che il finanziamento per il pagamento di dette prestazioni è a carico della Regione di residenza del paziente, quindi a nostro carico”. Per quanto riguarda le liste d’attesa, Campisi sottolinea anche che “Ci sono milioni di prestazioni inappropriate ambulatoriali e accessi spontanei al pronto soccorso, occorre intervenire sulla causa strutturale del fenomeno, stanziare risorse straordinarie per abbattere le liste d’attesa. Il problema principale è il governo della domanda e la necessità di mettere i medici di famiglia in condizione di fare bene il loro lavoro, guidato da un budget rigorosamente ancorato ad obbiettivi di salute, prima ancora di stanziare risorse aggiuntive a quelle ordinarie”.
Secondo l’analisi del Presidente di Confindustria, la gestione della domanda e una corretta valutazione finale della domanda devono precedere la pianificazione dell’offerta, come in tutte le attività economiche. “Se si capovolge il metodo, per nessun maggiore finanziamento del servizio sanitario, sarà garantito il suo impiego efficiente”.

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